Blockchain per il tracing

Le Distributed Ledger Technologies intese come strumento per il tracing permettono di considerare la Blockchain come una soluzione per la certificazione applicabile in settori che non riguardano unicamente le criptovalute.

Anche se tramite modalità specifiche per i vari comparti di riferimento, un sistema di tracciamento basato sulla Blockchain offre innanzitutto il vantaggio della disintermediazione, con la possibilità da parte di tutti i soggetti coinvolti in un network di accedere ai dati tramite un open ledger che funge da registro, garantendo sia transazioni irreversibili sia una sensibile riduzione dei costi legati a queste ultime. Ma cosa rende affidabile tale meccanismo?

Blockchain e validazione delle transazioni

Nel contesto di una Blockchain una transazione può essere rappresentata come un package di dati scomponibile in un messaggio (il corpo della transazione), l’indirizzo pubblico del destinatario, il valore della transazione e una firma crittografica che ne testimonia l’autenticità. Un eventuale tentativo di alterazione dei dati verrebbe impedito dal fatto che ogni informazione veicolata è associata a un parametro passato a una funzione di hash  che entra in gioco ogni volta in cui la transazione subisce una modifica.

Le transazioni sono a loro volta associate a una chiave privata e a una chiave pubblica che consentono di cifrarle e decifrarle. I partecipanti al network possono quindi utilizzare la chiave pubblica, messa a disposizione da un mittente, per decriptare la firma digitale di una transazione e verificarne l’autenticità attraverso un confronto di valori operato tramite la funzione di hash, ciò permette di archiviare la transazione   in una versione aggiornata del ledger denominata blocco.

I blocchi vengono sottoposti ad una procedura di validazione chiamata  Proof of Work e attivata da dei nodi destinati a riceverli. Si tratta di un meccanismo iterativo in cui i nodi inviano i blocchi a ulteriori nodi che devono confermare la correttezza dei valori e approvare le transazioni associate ai blocchi stessi. Un nuovo blocco entra così a far parte della Blockchain soltanto quando tutte le transazioni sono state validate.

Anche se la Blockchain raccoglie le transazioni in ordine cronologico, questo processo non è necessariamente sequenziale e può gestire più blocchi contemporaneamente generando dei fork , prevedendo  tutte le possibili occorrenze che potrebbero ostacolare la validazione. 

Riuscendo a certificare ogni passaggio che compone una transazione, la Blockchain può essere quindi considerata una soluzione virtualmente ideale per le procedure di tracing . Prodotti diversi necessitano però di dinamiche di tracciamento differenti, la Blockchain può essere considerata uno strumento sufficientemente flessibile per tutti i comparti che potrebbero beneficiarne? La risposta a tale domanda non può prescindere dall’analisi dei singoli settori.

Blockchain e tracciamento del food

Il fenomeno dell’italian sounding ha posto nuovamente al centro dell’attenzione le problematiche relative alla contraffazione, alla sicurezza alimentare e alla tutela dei prodotti commercializzati sotto il marchio Made in Italy. La filiera del Food è però particolarmente articolata, per questa ragione la Blockchain, che di fatto offre una rappresentazione virtuale delle dinamiche di supply chain, viene presa in considerazione come soluzione per il tracciamento da un numero sempre più elevato di aziende e istituzioni.

Le DLT consentono infatti di certificare tutti i passaggi che vanno dalla generazione delle materie prime alla vendita presso il consumatore. Volendo proporre il semplice esempio di un mercato particolarmente performante come quello della pasta  secca, una Blockchain permetterebbe di tracciare in particolare:

  • l'origine degli ingredienti e la loro provenienza;
  • le modalità di selezione della semenza;
  • le metodologie di coltivazione;
  • l'eventuale utilizzo di pesticidi;
  • le modalità di raccolta;
  • i processi di trasformazione in prodotto finale;
  • le modalità di trasporto e gli spostamenti effettuati;
  • le modalità di conservazione e le caratteristiche degli ambienti ad essa destinati;
  • i controlli sanitari eseguiti;
  • gli eventuali richiami da parte della casa madre;
  • i soggetti che hanno partecipato alla filiera e il loro ruolo.

La Blockchain garantisce inoltre trasparenza lungo tutta la filiera  poiché i consumatori possono accedere in qualsiasi momento a tutte le transazioni registrate, mentre soltanto i soggetti autorizzati possono intervenire su di esse aggiornandole. 

Solo per citare alcuni aspetti, dal punto di vista delle aziende tale tecnologia rappresenta invece un’opportunità di risparmio sui costi d'intermediazione e gestione documentale, di automatizzazione delle procedure di tracing, di contrasto alla contraffazione, di massimizzazione dei rapporti di fiducia con la clientela, di limitazione dei richiami, di ottimizzazione della logistica e di controllo sui fornitori. 

Blockchain e Pharma

In ambito farmaceutico la Blockchain rappresenta una soluzione con cui realizzare un ledger attraverso il quale standardizzare la supply chain e riorganizzare i processi industriali, garantendo nel contempo livelli di sicurezza più elevati e contenimento dei costi relativi ai passaggi che vanno dalla sintesi dei principi attivi fino alla somministrazione dei medicinali ai pazienti.

Come dimostra una recente sperimentazione condotta da DHL, la Blockchain consente di tracciare distintamente le fasi di produzione, immagazzinamento, distribuzione e vendita dei medicinali, evidenziando anche i passaggi relativi al coinvolgimento della rete di distribuzione al dettaglio , tradizionalmente le farmacie, dei medici che ne hanno prescritto l’uso e dei presidi sanitari in cui operano questi ultimi.

Il prototipo prevede inoltre di monitorare le supply chain inserendo una distinzione per aree geografiche, tentando così di proporre uno strumento innovativo per il contrasto al commercio dei medicinali contraffatti che spesso prolifera nelle economie emergenti. I non pochi vantaggi in termini di tutela della salute, trasparenza verso i consumatori, miglioramento della logistica, controllo delle fasi di procurement, automatizzazione dei processi finalizzati alla compliance e riduzione dei costi, consentono di guardare alla Blockchain come ad una soluzione che in futuro sarà plausibilmente sempre più integrata nelle dinamiche del comparto comparto sanitario  in generale.

Blockchain e manufacturing

L’evoluzione in corso nel settore del manufacturing  sottolinea il sempre più stretto rapporto di complementarietà tra Blockchain e IoT.  I sensori in dotazione agli oggetti connessi consentono la memorizzazione continua e in tempo reale dei dati relativi a tutte le fasi dei processi produttivi,  si dispone in questo modo di una base attraverso la quale alimentare il meccanismo di certificazione fornito dalla Blockchain che è per sua natura data-driven.

Device always connected, Big Data e tecnologie distribuite contribuiscono all’implementazione di sistemi per il tracciamento sempre più avanzati. I modelli di Machine Learning per il training delle tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale partecipano anch’essi a questo sistema, incrementandone il livello di efficienza e animando l’automatizzazione del tracing. 

Stando agli attuali trend, è prevedibile che l’ingente numero di oggetti connessi ad oggi operativi sia destinato a registrare incrementi esponenziali. Non a caso le recenti stime operate in merito da Cisco parlano di non meno di 50 miliardi di dispositivi IoT attivi entro l’anno corrente.

L’utilizzo massivo di dispositivi interconnessi pone interrogativi sulla tutela della privacy, la sicurezza dei dati e la conformità con le normative sul trattamento dei dati come la GDPR che potrebbero non trovare risposta in un tradizionale approccio al controllo tramite piattaforme centralizzate. In questo scenario la Blockchain stessa si sta dimostrando una soluzione ottimale per garantire un’attività di monitoraggio che rispecchi normative standard condivise.