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Data-driven Manufacturing, tante le opportunità da cogliere per le aziende italiane

Pubblicato 10 April 2022

Il settore manifatturiero sta vivendo, da qualche anno ormai, una profonda trasformazione e non si può certo dire che siano mancati percorsi di innovazione tecnologica, soprattutto nell’ambito dell’automazione dei processi. Tuttavia, la strada verso un nuovo approccio di business, incentrato sul paradigma “data-driven” incontra ancora parecchi ostacoli, tra i quali la mancanza di competenze adeguate e l’allineamento ed integrazione tra IT e OT.

Ne parliamo con Roberto Mansolillo, Managing Director di Modis Italia, società di consulenza tecnologica avanzata.

 

Quali sono, ad oggi, le criticità che frenano il percorso verso il cosiddetto data-driven manufacturing?

Il mondo OT, quello dell’Operational Technology, si sta sempre più caratterizzando all’interno delle imprese manifatturiere. Tutto ciò che prima era “semplicemente” considerata l’area della Produzione, oggi assume un connotato tecnologico profondo perché diventa un’area connessa, che produce e pesca dati, sempre più preziosi sia per l’efficienza organizzativa e di processo sia per l’innovazione di business. Una evoluzione che, però, per essere realmente compiuta in ottica di approccio al data-driven manufacturing, necessita di una vera integrazione tra l’IT e l’OT, oggi ancora assente nella stragrande maggioranza delle aziende industriali.

 

Il ponte di integrazione ha un connotato decisamente tecnologico, su quali pilastri deve avere le proprie fondamenta?

Le principali sfide, soprattutto nell’ambito tecnologico IT, sono tre:

1) Data storage: il primo problema che si pone quando si fa fare all’OT un balzo in avanti connettendo macchinari, linee produttive, asset, dispositivi e risorse è legato all’immagazzinamento di tutti i dati che vengono generati; è fondamentale capire come poterli gestire - a livello infrastrutturale - affinché siano poi disponibili per la loro elaborazione e analisi;

2) Siloed data sources: vanno creati i silos delle fonti di dati; il termine siloed non deve trarre in inganno, non si tratta di silos dal punto di vista semantico (i vecchi “compartimenti stagni”) ma di organizzazione dei dati affinché possano essere logicamente catalogati e orchestrati;   

3) Cybersecurity: la sicurezza e la protezione dei dati deve andare di pari passo con la messa in sicurezza dei sistemi connessi e delle infrastrutture che fanno da ponte tra IT e OT.

 

Qual è l’approccio di Modis per supportare le aziende nella trasformazione verso il data-driven manufacturing?

Modis funge da system integrator con una metodologia consolidata che si snoda su quattro differenti step:

1) Service: in questa prima fase lavoriamo per comprendere gli accessi ai dati, dall’identificazione delle sorgenti fino alla fotografia completa degli asset “in linea” che generano e rendono disponibili i dati in azienda;

2) Analysis: in questa seconda fase iniziamo a rendere disponibili i dati ove necessario, attraverso la loro analisi e il reporting; questa fase consente di iniziare a “prendere dimestichezza” con la cultura data-driven per innescare qualche cambiamento di processo (per esempio verso la manutenzione predittiva);

3) Integrate: questa fase inizia a produrre effetti diretti sui processi perché consente di integrare i dati in un’ottica di business e operational, per esempio stimolando revisioni e cambiamenti nei processi che riguardano lo sviluppo produttivo (i dati di field, per esempio, possono fornire informazioni preziose per la revisione dei processi di sviluppo e progettazione);

4) Innovate: questa è la fase più stimolante perché riguarda il vero “salto” al business data-driven, è lo step che spinge l’innovazione di business, per esempio verso la servitizzazione (intesa come nuovo modello di business del manufacturing incentrato sulla sottoscrizione di un servizio anziché sulla vendita di un prodotto).

 

La strada verso la servitizzazione e, più in generale, verso l’azienda data-driven è ancora lunga e in salita, spesso le aziende si fermano al progetto pilota. Come superare la barriera?

A mio avviso, ci sono due soluzioni, complementari tra loro.

La prima riguarda la formazione delle competenze. Da questo punto di vista, come Modis, non solo offriamo corsi di formazione per neolaureati attraverso le nostre Full Time Academy, ma sviluppiamo anche percorsi di crescita e aggiornamento delle persone delle nostre aziende clienti affinché possano maturare le corrette competenze che servono al singolo caso specifico grazie alla nostra offerta di Professional Academy. Ove necessario, naturalmente, mettiamo a disposizione direttamente in azienda anche le esperienze e le competenze dei nostri professionisti.

La seconda riguarda il finanziamento dei progetti e dei percorsi di innovazione. Le opportunità sono moltissime, dalla cosiddetta “finanza agevolata” fino a incentivi, benefici fiscali e bandi per le aziende, ancor di più oggi con l’arrivo dei fondi del PNRR, ma anche opportunità legate ai progetti dei Competence Center non mancano.

Districarsi nel mondo dei finanziamenti possibili non è facile, servono competenze ad hoc e conoscenze approfondite dei meccanismi che regolano la finanza agevolata, anche burocratici. Modis, grazie all’esperienza maturata sul campo dei progetti di Ricerca e Sviluppo, sia a livello nazionale sia a livello europeo, ha tutte le competenze necessarie per affiancare le aziende anche nell’accesso ai fondi finanziati.